Trasporto & Rapina

Gianluca Barbaro
Anche se a molti questa definizione potrà non piacere, il flauto dolce è da considerarsi un vero e proprio "strumento di rapina", ovvero uno strumento che ha da sempre attinto ai repertori altrui per arricchire il proprio.
Ancora oggi c'è una fiorente attività editoriale di trascrizione e pubblicazione per flauto dolce di brani originariamente composti per altri strumenti e organici, ma è nella natura stessa dello strumento leggere partiture di tutti i tipi anche nella loro forma originaria, ovvero non adattata per flauto dolce.
Su questa pratica ci si potrebbe scrivere un libro intero, ma qui azzarderò solo un accenno ad alcune delle problematiche più comuni, la cui soluzione richiede comunque la padronanza di alcune nozioni di base di teoria musicale, quali intervalli, chiavi, tonalità, alterazioni, ecc., che spero il lettore già possegga.

Cominciamo dall'"aggiustamento" di gamma. Spesso leggendo musica non scritta per flauto dolce ci troviamo di fronte a note che sono troppo gravi o troppo acute per lo strumento che stiamo usando. A volte basta passare da uno strumento in Fa a uno in Do e viceversa, oppure trasportare le frasi incriminate un'ottava più in alto o in basso.
La pratica dell' "aggiustamento" delle ottave è assolutamente comune e sarebbe bene padroneggiarla al meglio possibile (anche perché costa solo un poco di esercizio, niente di complicato).
Per semplificare, in tutti i casi nei quali cambiare strumento e/o ottave non basta, è molto probabile che si debba trasportare la musica in una tonalità più comoda, ovvero spostarla più in alto o più in basso di meno di un'ottava.
Questo deve avvenire anche quando la partitura che leggiamo è scritta in una tonalità diversa da quella usata dagli altri strumenti che ci accompagnano: ad esempio se stiamo leggendo una parte per strumento traspositore (sax, clarinetto, ecc., oltre ne vedremo un esempio).

Per trasportare abbiamo diverse strategie a disposizione, la prima delle quali è ovviamente riscrivere completamente la partitura in un programma di editing musicale e fare la trasposizione in automatico, quindi ristampare la parte così trasportata.

Una seconda possibilità è invece quella di trasportare a vista, ovvero leggere dalla partitura originale ma suonare le note a un'altezza diversa. La tecnica più semplice è quella di trasportare ogni singola nota dell'intervallo che ci serve. Ad esempio, se dobbiamo suonare una terza minore più in alto di quanto scritto, possiamo leggere ogni singola nota e trasportarla mentalmente: leggo "La" -> suono "Do". Questa tecnica diventa però tanto più difficile quanto più è complicata la musica che stiamo leggendo.

Una terza strategia consiste nello scambiare strumenti e diteggiature. Questo funziona solo in alcuni casi particolari, quali quelli della seguente tabella:

 

Intervalli diatonici Semitoni  
2M 2 Strumento in Sol - diteggiatura in Fa
4P 5 Strumento in Fa - diteggiatura in Do
4P 5 Strumento in Do - diteggiatura in Sol
5P 7 Strumento in Do - diteggiatura in Fa
5P 7 Strumento in Sol - diteggiatura in Do
Intervalli cromatici    
7m 10 Strumento in Fa - diteggiatura in Sol


Per trasportare dell'intervallo ascendente indicato nella prima colonna (corrispondente al numero di semitoni indicati nella seconda) bisogna operare come descritto nella terza colonna. Ad esempio, se devo trasportare tutto di una quinta più in alto, basterà suonare un soprano "facendo finta" di avere in mano un contralto. Oppure, se sto leggendo da una partitura per tromba e devo quindi trasportare tutto un tono sotto, sarà come trasportare di una settima minore in alto (e aggiustare le ottave), ovvero suonare un contralto in Fa come se avessi per le mani un flauto in Sol. Sembra complicato? Basta fare un po' di prove e tutto risulterà più semplice.

Tornando al trasporto a vista, questo si può realizzare anche tramite l'utilizzo delle chiavi. Come sappiamo, l'assegnazione di una particolare nota a un determinato rigo o spazio del pentagramma dipende dalla chiave che si trova all'inizio di esso (e dalle eventuali alterazioni a essa seguenti). Ad esempio, il primo spazio corrisponde a un "Fa" in chiave di violino e a un "La" in chiave di basso. Estendendo questa circostanza e utilizzando tutte e sette le chiavi disponibili, siamo in grado di far corrispondere al medesimo rigo o spazio una qualunque delle sette note diatoniche (do, re, mi, fa sol, la si). Aggiungendo poi delle alterazioni avremo a disposizione tutte e dodici le note esistenti nel nostro sistema. Detto altrimenti: cambiando chiave e alterazioni, ma lasciando le note al loro posto, siamo in grado di trasportare la musica in una qualunque delle dodici altezze disponibili.
Sarà quindi sufficiente immaginare che all'inizio del rigo vi siano una chiave e un'armatura di alterazioni diverse e automaticamente trasporteremo la musica in qualunque tonalità.

L'esempio più classico di questa tecnica è per i flautisti dolci quello del trasporto di una terza minore sopra. Molta della musica scritta per traversiere barocco nel '700 veniva eseguita anche con il flauto dolce, ma trasportandola di una terza minore sopra (la nota più grave del traversiere è un re, quella di un fl. dolce contralto è un fa, ovvero proprio una terza minore sopra). Questo trasporto veniva eseguito appunto immaginando di stare leggendo in chiave di basso anziché di violino e aggiungendo tre bemolli in chiave (e aggiustando le ottave, naturalmente).

Immaginare di aggiungere alterazioni in chiave (come i tre bemolli dell'esempio qui sopra) è un'operazione puramente algebrica: un bemolle vale -1, un diesis +1. Se la tonalità di partenza è do maggiore (zero alterazioni), aggiungeremo letteralmente tante alterazioni quante prescritte, altrimenti le sommiamo alle alterazioni presenti. Avremo ad esempio:

Alterazioni di partenza Alterazioni da aggiungere Operazione Alterazioni risultanti
0 (do magg.) 3 b 0-3=-3 3 b (mi b magg.)
2 # (re magg.) 3 b 2-3=-1 1 b (fa magg.)
2 b (si b magg.) 3 b -2-3=-5 5 b (re b magg.)
3 # (la magg.) 2 # 3+2=5 5 # (si magg.)
3 b (mi b magg.) 2 # -3+2=-1 1 b (fa magg.)


Come si capisce anche da questi pochi esempi, l'aggiunta di una determinata quantità di alterazioni effettua sempre lo stesso trasporto: ad esempio aggiungere 3 bemolli comporta sempre il trasporto di una terza minore sopra, aggiungere 2 diesis trasporta sempre di un tono sopra, ecc.

A questo punto, immaginiamo anche di cambiare chiave, secondo la seguente tabella (purtroppo questo blog non consente la visualizzazione della tabella nella sua interezza. Nel prossimo post ne pubblicherò una versione pdf):

Intervalli Ascendenti Semitoni Alterazioni Violino Contralto Basso Mezzo-soprano Baritono Soprano Tenore
Diatonici
2M 2 2# Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore Violino
3M 4 4# Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore Violino Contralto
4P 5 1b Mezzo-soprano Baritono Soprano Tenore Violino Contralto Basso
5P 7 1# Baritono Soprano Tenore Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano
6M 9 3# Soprano Tenore Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono
7M 11 5# Tenore Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano
Ottava dim 11 7b Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore
                   
Cromatici
Unisono aum 1 7# Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore
2m 1 5b Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore Violino
3m 3 3b Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore Violino Contralto
4aum 6 6# Mezzo-Soprano Baritono Soprano Tenore Violino Contralto Basso
5dim 6 6b Baritono Soprano Tenore Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano
6m 8 4b Soprano Tenore Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono
7m 10 2b Tenore Violino Contralto Basso Mezzo-Soprano Baritono Soprano


Le prime due colonne indicano il tipo di trasporto (qui sempre ascendente) che si vuole effettuare, ovvero di quale intervallo si vuole rendere più acuta la musica che si sta leggendo. La terza colonna indica le alterazioni da aggiungere (mentalmente) a quelle esistenti in chiave. Le colonne seguenti rappresentano la chiave originale dalla quale si sta leggendo: ad esempio se stiamo leggendo in chiave di violino, sarà la quarta colonna a interessarci. Incrociando quindi la colonna della chiave di partenza con la riga del trasporto desiderato troviamo la nuova chiave che dobbiamo (immaginare di) inserire a inizio rigo.
Mantenendo l'esempio precedente, se stiamo leggendo una partitura per traversiere e dobbiamo trasportarla di una terza minore sopra, incrociamo la colonna "Violino" con la riga "3m" e troviamo "Basso"; sulla stessa riga troviamo "3b": quindi leggendo in chiave di basso e aggiungendo tre bemolli, trasportiamo di una terza minore sopra.

Le righe in corsivo rappresentano alcuni metodi alternativi. Ad esempio un unisono aumentato è (enarmonicamente) uguale a una 2a minore: aggiungere 7# sembra più complicato che aggiungere 5b, ma se la tonalità originaria è Sol bemolle? È evidentemente più comodo continuare a leggere nella stessa chiave immaginando la presenza di un solo diesis, che non leggere –ad esempio- in chiave di contralto nell'immaginaria tonalità di La doppio-bemolle (fate i calcoli e sarà questo a risultare). Bisogna dunque fare attenzione a come si utilizza questa tabella nei casi più estremi.

Infine, meglio fare un po' di attenzione anche alle alterazioni temporanee. Ad esempio, poniamo di avere un brano in chiave di violino e in sol maggiore e di doverlo trasportare di una terza minore ascendente. Come abbiamo visto, dovremmo leggere il tutto in chiave di basso e aggiungere 3 bemolli, quindi ci ritroveremmo alla fine con due bemolli in chiave (uno si annulla contro il diesis preesistente).
Se nella partitura originaria ci fosse a un certo punto un bequadro su un fa, in chiave di basso questo corrisponderebbe a un bequadro su un la. Ma il la non è alterato in chiave (abbiamo solo due bemolli), quindi dovremmo abbassarlo e renderlo bemolle.
La regola generale è: se nella tonalità originaria ci sono diesis, i bequadri abbassano, altrimenti alzano di un semitono. Analogamente bisognerebbe regolarsi con le altre alterazioni temporanee.

È possibile scaricare la bozza di un progetto per autocostruire un regolo calcolatore circolare per il trasporto a vista, anticipato nell'immagine qui di fianco.