Sordinella – Sordina regolabile per flauto dolce

Gianluca Barbaro
Per il flauto dolce, il duemilasei sarà ricordato, almeno in Italia, per l'avvento della Sordinella, una sordina "regolabile" per questo strumento, la prima prodotta industrialmente di cui si abbia memoria.

Le reazioni a questo prodotto sono state le più numerose e disparate, grazie anche a una sapiente campagna promozionale organizzata dalla ditta produttrice (la Bonini Srl, produttrice di accessori medicali in plastica) e a una eccellente distribuzione presso centri commerciali e negozi di strumenti musicali.

La risonanza di questo prodotto valtellinese (l'inventore, Renato Montemurro, e la casa produttrice operano entrambi in quell'area geografica) è giunta anche all'estero. Ad esempio, il Recorder Home Page ne ha dato conto nella pagina delle notizie, in quella sulla storia del flauto dolce e in quella dedicata agli accessori.

In Italia si sono avute recensioni e segnalazioni su numerose riviste di musica e presso molti siti dedicati all'insegnamento della musica nella scuola dell'obbligo, ma l'unica reazione pubblica del mondo specialistico del flauto dolce è stata sul gruppo Yahoo flautodolce, precisamente in questa discussione.

Una importante innovazione
Come scrivevo allora su Yahoo, ci sono due fattori riguardanti la Sordinella che vanno considerati molto positivamente. Il primo riguarda puramente una questione di "mercato": che un'azienda (italiana, per giunta) decida di investire così tante risorse in produzione, promozione e distribuzione di un prodotto per il flauto dolce è un segnale da considerare molto positivamente e da incoraggiare.
Il secondo fattore riguarda l'aspetto innovativo: i vari tentativi di aggiornamento/miglioramento del nostro strumento possono o meno funzionare, ma in ogni caso è un fatto positivo che ci sia ricerca e sviluppo su uno strumento che molti vorrebbero invece relegare alla sola esecuzione "autentica" del repertorio antico.

Come funziona
Il modello attualmente in commercio è stato studiato per il fl. dolce soprano, anche se è facilmente montabile su un contralto (con minori risultati). Una volta agganciato allo strumento, opera in due maniere: la prima è costituita dall'avvicinamento del labium al canale dell'aria, ovvero alla riduzione della sezione longitudinale della finestra, la seconda tramite una riduzione della sezione orizzontale del labium. Infatti, la parte ad angolo acuto che va ad agganciarsi al labium presenta una apertura circolare che ne lascia scoperto un piccolo tratto.
Essendo la Sordinella realizzata in materiale plastico parzialmente deformabile, una volta applicata si adatta bene alla testa dello strumento e vi resta saldamente ancorata. Per staccarla è necessario operare una torsione in senso inverso e così staccare l'aggancio dal labium.

Effetti desiderati o meno
Cominciamo col dire che una sordina è per definizione un dispositivo per attutire i suoni di uno strumento musicale. Da questo punto di vista è indubitabile che la Sordinella mantenga le sue promesse: l'ampiezza dei suoni prodotti da un soprano "sordinato" è percepibilmente inferiore a quella dello strumento nudo.
Come in qualunque altra sordina, però, sono altrettanto immediatamente percepibili altre modifiche apportate al suono.
Dobbiamo subito smentire una falsa informazione che pure è circolata su testate di un certo rilievo: non è vero che l'intonazione non venga alterata dalla Sordinella. Sul mio "sopranaccio" Yamaha di plastica translucida il Sol del primo registro cala di circa 70/80 cent a causa della Sordinella, ovvero di quasi un semitono. Ma purtroppo questo è il meno, visto che il Sol del secondo registro cala di soli 30 cent: in generale, fra primo e secondo registro ho sperimentato una differenza media di circa 50 cent. Dunque, le ottave si allargano notevolmente. Non è ancora tutto: anche all'interno dei rispettivi registri le differenze d'intonazione non sono affatto costanti, ma variano a seconda della nota.
Naturalmente anche l'attacco delle note viene modificato, in particolare per la velocità d'aria richiesta. Qualcuno ha scritto che fino al La della seconda ottava le note escono bene, e che comunque non importa perché a scuola si arriva a quella nota solo nell'ultimo quadrimestre dell'ultimo anno. In realtà le note sono tutte ben producibili, solo che diventa necessario attaccarle in maniera diversa dall'usuale (aria più direzionata, maggiore velocità).
Infine il timbro non poteva non risentirne: tutte le sordine agiscono sul suono degli strumenti. In questo caso siamo però poco fortunati: se la sordina di una tromba crea ad esempio un timbro talmente riconoscibile e particolare che il suo uso è diventato una tecnica standard di quello strumento, sul flauto dolce otteniamo solo di rendere afono, ancora più povero di armonici, il suono, con risultati di scarso interesse musicale. Se avete un soprano di plastica con un suono decente, una volta applicata la Sordinella ne otterete uno da cartolibreria.
Queste tre profonde alterazioni hanno come conseguenza immediata che l'esperienza di fiato che si fa con la Sordinella non corrisponde affatto a quella necessaria su uno strumento nudo.
(Resta da aggiungere che è altamente sconsigliato applicare la Sordinella a uno strumento di legno: la frizione prodotta sul labium finirebbe presto col rovinare completamente lo strumento.)

Cari professori
È ovvio che la produzione in serie di un oggetto come questo debba prevedere un alto numero di articoli venduti. È altrettanto ovvio che questi numeri non possono essere offerti dal mondo specialistico del flauto dolce, ma solo dalle scuole dell'obbligo. È dunque questo il target mirato dalla Bonini, con successi che sembrano già essere arrivati. Ad esempio, su questo sito (collegamento Web non più disponibile) si può veder un filmato di una scuola elementare di Bergamo i cui allievi hanno tutti comprato la Sordinella.

Al di là delle trite preclusioni fra mondo specialistico del flauto dolce e insegnanti delle scuole, vorrei proporre la seguente chiave di lettura per questo accessorio. È stato scritto che finalmente anche il flauto dolce, come gli altri strumenti a fiato, ha la sua sordina. In realtà, il confronto più corretto credo sia con la sordina dei pianoforti verticali. Il suono del pianoforte, una volta abbassato quel panno di feltro fra martelletti e corde, ne risulta stravolto insieme alla risposta dei tasti. Cionostante questo dispositivo viene comunque montato sulla maggior parte degli strumenti e nessuno si scandalizza della sua presenza: è una possibilità in più che a volte può essere utile. Il punto è però: cari professori di musica delle scuole, chiedereste mai a un vostro allievo di studiare il pianoforte sempre con la sordina abbassata? Credo di no! Possiamo essere tutti d'accordo: sarebbe molto diseducativo utilizzare il pianoforte sempre in quella maniera.
Con il flauto dolce è esattamente la stessa cosa: se dovete assolutamente suonare dopo le dieci di sera e i vostri vicini vi hanno già minacciato di morte, allora la Sordinella può essere utile, ma di certo non è da usare normalmente in classe durante le lezioni o a casa durante una normale sessione di studio.
(Mi hanno infine fatto giustamente notare che la sordina del pianoforte non altera l'intonazione, quindi almeno un parametro resta invariato, mentre la Sordinella non risparmia alcuna caratteristica del suono.)

Per un uso professionale
Inizialmente avevo pensato che la Sordinella alterasse troppo le caratteristiche del flauto dolce per poter essere usata in ambito professionale. Dopo averla provata per un po', sono però giunto alla conclusione opposta: la Sordinella altera talmente il flauto dolce da poter essere utilizzata solo in ambito professionale.
Le ragioni credo saranno chiare ai più: solo chi ha già una buona padronanza dello strumento ed è sufficientemente elastico nell'uso di fiato, dita e lingua può permettersi di suonare con uno strumento così modificato senza diseducarsi.
A chi invece sta ancora cercando questo equilibrio, ricordo quanta pena ci mettano normalmente gli insegnanti di flauto dolce per farci capire come usare il fiato e per educarci a una corretta intonazione: usare la Sordinella in queste condizioni può effettivamente essere dannoso.
Quindi, per puro scopo di studio in condizioni ambientali difficili, un suonatore di provata esperienza può saltuariamente ricorrere a questo accessorio e, anzi, tutti i professionisti e gli amatori avanzati dovrebbero possederne una. È un vero peccato che un uso così limitato ridurrebbe a poche centinaia gli articoli venduti in tutto il mondo, il che quindi non sarebbe forse economicamente sostenibile per la ditta produttrice.

Scheda Prodotto

 

Nome Sordinella
Produttore Bonini Srl
Sito Web http://www.sordinella.it/
Prezzo € 4 ca. (La confezione contiene anche la "girandola" delle note, un prontuario delle posizioni del flauto dolce.)
Pro Riduce il volume del flauto dolce
Prezzo accessibile
Contro Altera molto lo strumento
Sconsigliato ai principianti

P.S. del 01/10/2007. Nei commenti originali a questo post Giovanni Bonini, produttore della Sordinella, annuncia lo sviluppo in corso di un nuovo modello "Concerto", in collaborazione con una casa svizzera produttrice di flauti dolci. Questo nuovo modello tende a risolvere tutti o quasi i problemi riscontrati sul modello attuale.